Ci hanno ingannato con tutti quei "insegui i tuoi sogni", con i
"combatti per quello che vuoi diventare", ci hanno impacchettato quei "raggiungi i tuoi obiettivi".
Ha sempre avuto tutto un retrogusto di sfida, di traguardo, di battaglia a tempo, di sopportazione di sofferenze per il raggiungimento di un obiettivo.
Ma perchè tutto questo? Perchè questa spasmodica corsa a scatto contro se stessi, contro un'ideale, contro le aspettative contro cosa?
"Per i primi anni farai da gavetta ma poi vedrai che raggiungerai i tuoi obiettivi".
Ma no. Ma finiamola co sto nonnismo e questa strada di sofferenze. Lo so che si imparano tante cose nei piani "bassi", ma questo sottotitolo di " DEVI SOFFRIRE PER AVERE QUELLO CHE VUOI" mi sembra una grande stronzata, mi sembra il gemello di "chi bella vuole apparire tante pene deve soffrire" che altro non è che la versione sintetizzata di " Chi bella secondo i canoni di questa società vuole apparire dovrà sottoporsi a diverse cose per apparire più accattivante a uno sguardo del sesso opposto in questa società, soffrendo un pochettino"
Molto confuso questo post me ne rendo conto, ma il fatto è che l'accettazione di questa sofferenza non la capisco. Non capisco perchè le cose più belle della vita accadono naturalmente con molta facilità, e che quelle sbagliate molto spesso capitano perchè tiriamo la corda, perchè anticipiamo i tempi o forziamo un rapporto. Lottiamo per tenere in piedi qualcosa ( che forse da sola cadrebbe) e lottiamo per distruggere qualcosa. Forse ci sbattiamo troppo in questa vita che dite? Forse a volte non fare niente e non arrovellarsi tra mille soluzioni può essere un'idea?
Forse non apparire belli per la società può farci trovare una persona che sia bella per i nostri di canoni? Forse non accontentarsi di lavori random che non sono soddisfacenti e non rientrano le tue corde, potrebbe evidentemente portarti, con più attesa, a cosa vuoi davvero?
Siamo abituati a concepire lo sforzo come un passo avanti. Come uno strumento necessario per evolversi. Forse non è proprio così. Forse la vita un pò fa come gli pare. E quindi ti può portare a conoscere gente che ha lavorato una vita per poi stare in tranquillità in pensione con la loro metà la quale è morta 10 giorni dopo la loro pensione.
Allora me lo scrivo per ricordarlo, è giusto non fare niente e ricordarsi che non siamo noi che guidiamo il nostro autobus, ma che possiamo goderci il paesaggio dal finestrino, possiamo sognare, ed essere aperti alla misteriosa meravigliosi del tutto e con la certezza che arriveremo da qualche parte.
Magari non dove ci aspettavamo.
Ma è l'unico modo per arrivare in posti irraggiungibili, perdersi. e avere un pò di fiducia
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