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Per tanto tempo ho pensato di avere un'origine depressa, di quella depressione che genera tranquillamente e poco empaticamente un mondo poco attento alla sensibilità. In realtà sono perdutamente innamorata della vita, fieramente onnivora e con tanta voglia di imparare. Ed essere diversi a questo mondo è una grande prova di follia, e di coraggio. Ma sii te stesso, sempre, buffo, senza senso.. e va bene così. Un giorno l'accetterai. Benvenuto nell'isola dei giocattoli difettosi.

lunedì 4 maggio 2015

Per essere umani

La paura. Un sentimento che ha il potere di cambiare l'uomo e manipolarli la mente, rendendolo stupido e vulnerabile... Un sentimento che porta alla follia,alla disperazione e talvolta alla resa. Esiste la paura del diverso; come quando gli europei incontrarono i primitivi indiani d'America. La paura del nuovo; delle scoperte, delle innovazioni. La paura del' inesplorato,delle cose che sono fuori dal nostro controllo; la paura di ciò che non riusciamo a spiegare, a comprendere. Ed ecco che entrano in gioco le tue eterne "fazioni", i due grandi mondi che, come fratelli, battibeccano in continuazione: la scienza e la fede. A chi credere?  "Viviamo in un mondo che ci disorienta con la sua complessità" scrive Stephen Hawking nel 1999. Entità sempre state in contrasto tra loro, rilasciando alla gente idee confuse e contraddittorie. Ovviamente, un tempo, tutti si affidano alla religione, assai più antica della scienza. Con l'arrivo di quest'ultima ci fu un cambiamento: più fiducia nell'uomo, piú consapevolezza che attraverso l'ingegno si possano trovare risposte. E,anche se superstizioni e fede continuarono ad avere la meglio, cominció a prendere breccia una visione più laica e scientifica. 
"Secondo me la religione si basa, essenzialmente, sulla paura. In parte é il terrore dell'ignoto, in parte, il bisogno instintivo di immaginare qualcuno che ci aiuti e ci protegga nei pericoli: suppergiù una specie di fratello maggiore".  Questo passo, tratto  libro " Perché non sono cristiano" di Bertrand Russell, spiega esattamente come la paura, in ogni tempo, ci porta a voler credere a qualche misconosciuta forza, qualche mistica divinitá... A qualche "responsabile" di quello che succede.  La gente ha bisogno di credere in qualcosa, talvolta affindandosi a superstizioni ed abbracciando dogmi. E la religione, come si può ben capire, ha avuto nei secoli un ruolo predominante nella  formazione morale e psicologica dell'individuo. In totale contrapposizione alla fede, la scienza, il cui padre puó definirsi Galileo Galilei. Ma, anche in questo caso, l'innovazione si é dovuta inginocchiare davanti alla tradizione. Galileo Galilei fu costretto ad abiurare, dopo la sua tesi rivoluzionaria, forse troppo all'avanguardia per il tempo. " Io, Galilei Galilei, ho abiurato". Questo fu costretto a scrivere rinnegando le sue idee per potersi salvare la vita. E tutto questo perché per la Chiesa accettare una visione eliocentrica era troppo.  Voltaire diceva " Non sono d'accordo con la tua idea, ma sarei pronto a morire per il tuo diritto di esprimerla". Forse addirittura morire no, ma Voltaire aveva ragione, sempre se si vuole vivere con la libertà di pensiero e non rischiare di essere perseguitati o uccisi per le proprie idee. La Chiesa, che, purtroppo, molto spesso ha avuto tantissimo (forse troppo) potere, a volte prendeva un ruolo da tiranno, andando contro principi umani ed eliminando ogni tipo di libertà (si guardi il tribunale dell'Inquisizione o l'Indice dei libri proibiti).  Facendo leva sulla paura, sull'ignoranza, la Chiesa commetteva delitti orribili, emanando leggi che, probabilmente, persino il suo Dio se l'avesse sentite  si sarebbe vergognato . E dall'altra parte c'é  la scienza, la consapevolezza che  non servono strani déi perché siamo solo noi artefici del nostro destino. Fede e scienza devono essere distinte,coesistono e, come le due facce della stessa medaglia, sono necessarie entrambe per la sussistenza dell'uomo. Non si può vivere né solo di spiritualità, né solo di scienza...e questo va accettato. Il giusto equilibrio dei due sarebbe perfetto; la gente sceglierebbe a cosa credere, nel rispetto della libertà di pensiero. Perché si deve sempre avere la possibilità di scegliere. E anche di sbagliare. Per essere vivi. Per essere umani.

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