Un orbitale atomico è una funzione che descrive il comportamento di un elettrone in un atomo, disse Wikipedia entrando nella stanza avvolta dal suo mantello di conoscenza, con tono altisonante, e un po’ saccente
Il mio professore di scienze del liceo aveva speso una buona quantità di lezioni nello spiegare e sottolineare che gli elettroni non seguono un orbita, ma più che altro, il giretto intorno all’attimo, è una stima che di calcola in base ai loro spostamenti “abituali”.
Rifaccio una delle cose che mi divertiva più fare, uniamo la chimica con la vita. Anche noi nella nostra quotidianità siamo tendenzialmente negli stessi posti. Casa scuola, libreria,bar, ristorante. Siamo tutti un po’ abitudinari alla fin fine, ognuno si crea il suo piccolo e buffo mondo. Una sua comfort zone, che forse ti aiuta a pensare di meno.
Qual è la cosa meno comfort zone di tutte, mi sono chiesta? Qual è la cosa meno abituale che possiamo fare, noi elettroni?
Viaggiare.
Forse viaggiare ci fa un po’ andare contro a quella abitudine no?
Ci fa essere un po’ degli elettroni che per una settimana, per qualche giorno non stanno abitualmente nel posto in cui dovrebbero stare? Outliers nel mondo quantico?
I viaggi non arrivano mai quando vuoi ma quando devi imparare qualcosa. O c’è qualcosa che quel viaggio può darti è solo in quel modo.
Non so se capita anche a voi, a me personalmente capita che il giorno prima di dover partire è una giornata così bella che quasi mi fa dire “ cavolo ma perché devo partire! Sto tanto bene qui!”
La verità è che quando parti torni sempre diversa da come sei partita. Viaggiare è un enzima, un catalizzatore di processi.
Nuove sinapsi, e come dice la frase affianco al mio letto “ viaggiare e L unica cosa che paghi e ti arricchisce ancora di più”.
Ci sono tanti modi per viaggiare. Lo facciamo con i film, coi videogiochi, con l’alcool, con i libri, con le canzoni.
C’è una spasmodica voglia di non stare dove si è abituati, ma c’è un terribile senso di casa a fare ciò che siamo abituati a fare.
Va bene trovarci negli stessi posti ed essere degli elettroni diligenti. Ma a volte, anche il nostro tracciamento su Maps ci chiede di fare qualche pazzia. Perché viaggiare ci rende piccoli, e ci fa sentire dei granelli di sabbia a fronte di un qualcosa di inesplorato.
È quella sensazione di vuoto, beh, quella delinea sempre l’inizio di un’avventura
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